Ero stata chiamata da un rappresentante di fiducia, uno di quei pochi dei quali avevo grande stima e da cui di solito mi rifornivo per il mio studio. Mi aveva detto al telefono che stava organizzando un corso di aggiornamento che non avrei potuto né dovuto rifiutare perché sarebbe stato uno di quelli che mi avrebbero aperto le porte verso il futuro. Mi aveva molto brevemente accennato le parole “estetica dentale” che non avevano risuonato troppo bene nella mia mente, ma, non avendo voluto darmi maggiori dettagli ed essendo che aveva insistito per offrirmi un caffè, avevo deciso che l’avrei incontrato la sera di quello stesso giorno per sentire cosa aveva da dirmi.
Mentre mi dirigevo al caffè dove ci incontravamo di consueto, ripensavo all’estetica dentale, un concetto tanto generico ed astratto che non mi sapeva di nulla, ma che non mi faceva una buona prima impressione. Ero dentista da ormai vent’anni, e praticavo in maniera seria e meticolosa il mio lavoro. Avevo anche sempre avuto una forte etica per il rispetto dei miei pazienti, pertanto evitavo sempre di fare lavori ed interventi che non ritenevo assolutamente necessari per il benessere del mio paziente, a meno che non fosse lo stesso paziente ad insistere nel volere uno specifico intervento (ma doveva prima passare per la mia ramanzina). Una volta ascoltati i benefici del corso sull’estetica dentale, mi ero convinta che la mia sensazione iniziale di avversione era stata corretta. Perché mai applicare delle faccette di porcellana sopra dei denti perfettamente sani? Allo scopo solo di renderli più belli da vedere? E quali sarebbero state le implicazioni per la salute di quei denti nel lungo termine? Una domanda alla quale, ovviamente, il rappresentante non era stato in grado di fornire un’adeguata risposta.
Più lui cercava di convincermi ad iscrivermi al corso, più mi infastidivo: mi conosceva bene, quindi perché insisteva su un qualcosa che cozzava tanto con la mia etica? Poi, mi raccontò la storia di sua nipote, la classica adolescente complessata e presa in giro. La ragazzina aveva dei denti davvero brutti, a quanto pareva, e aveva subito insulti ed angherie per tutta la sua giovane vita. E questa cosa l’aveva condizionata a tal punto che, alla tenera età di sedici anni, aveva tentato di togliersi la vita. Grazie al pronto intervento della madre e dei medici del pronto soccorso, era sopravvissuta, ma solo per cadere in depressione ed iniziare un percorso di terapia che non sembrava portarla da nessuna parte. Dopo un anno dal terribile giorno, lo zio aveva proposto alla nipotina il famoso procedimento di estetica dentale, che avrebbe volentieri pagato lui. Ebbene, dopo essersi sottoposta a estetica dentale, la giovane era cambiata completamente. Era tornata ad essere felice. Aveva cambiato scuola per non dover vivere ancora tra le persone che l’avevano martoriata da sempre, e si era creata una nuova identità.
La storia mi scosse più del previsto. Dovetti ammettere a me stessa che non avevo mai considerato prospettive come questa nel seguire la mia forte, ma anche rigida, etica e che, forse, così facendo avevo involontariamente fatto del male ad alcuni dei miei pazienti. Ero dunque ora costretta ad aprirmi a quel futuro di cui il rappresentante mi aveva parlato al telefono. Decisi di iscrivermi al corso.…